Diamoci appuntamento sulle labbra Bastianedda dagli immani cataclismi salivari folgore delle mie gengive e della mia dentiera made in Orgosolo sì ( tu , non la dentiera ) ma così bianca e eterea da dare punti e orgasmi di sconforto a schiere di mannenquin del gran Cardin , mia cavalletta ! Diamoci appuntamento sul tuo cuore selvaggio al cortisone mia tartaruga saggia , mia Ferrari col Senna nel motore meglio ancora se in quel punto d'incontro contraddittorio / assurdo ( punto di non ritorno ) delle tue scoordinate spazio-tempo-amore a scapicollo viste e considerate le gomitate e le sinergie di troppo che opponi alle mie mani immense che ti cercano ! Diamoci 'sto appuntamento , ma diamocelo santiddio unabuonavolta dove ti pare a te , magari in quel pineto scalcinato che tanto ti appassiona e ti spaventa là dove la pioggia acida sfrigola sulle foglie veleno e favola con gran travaglio del Vate che fumigando s'inargenta in sibemolle . . . E se il tuo mento porrai , come tuo solito come vitigno sul mio omero ossuto perforandolo sommando pena a pena in un momento topico di cosmico spavento sarà ancora per dirmi : - Resta , restiamo , ma andiamo via lontano , col mio vento . Prendimi come un reame d'ansiolitico , per abiogenesi mediata da Zanzotto , per sortilegio d'Orazio Converso *, per somma fotosintesi che da clorofilliana s'inveri in stroboscopica , ruotante all'incontrario per nascere di nuovo come l'ha fatta mammà , come desideri tu , fatta di sole , d'aria e di tiramisù ebbra smagata immensa dentro al cuore laggiù dove il silenzio è più forte e l'urlo del nuraghe uccide questa morte (*) Operatore video per la poesia Da Scapricciatielle , El Bagatt , Bergamo , 1995 Pref. di Vito Riviello
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daniele santoro
- 20/12/2011 18:11:00
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Un inno al bacio all’italiana (ops… made in sardinica Orgosolo), questo di Attolico: turbolento e “pantocataclastico”, giocoso e derisorio. Ma, soprattutto, reso con impeccabile finezza espressiva, che è la vera Regina del testo. L’attacco del primo endecasillabo è già indizio, da parte di Leopoldo, di volersi conformare alla tradizione: ahi vana impresa! giacché l’estro dell’incendiario-poeta fa subito strabordare il verso (vedasi le successive riprese di “Diamoci appuntamento sul tuo cuore selvaggio al cortisone” o del più esteso “Diamoci sto appuntamento, ma diamocelo santiddio unabuonavolta”). Notevole il gran numero di figure retoriche che tessono il componimento: assonanze semplici (“scapicollo/troppo”, “solito/topico”) ed atone (“dentiera / eterea”), consonanze (“selvaggio/saggia”), che creano giochi di una sonorità fulmicotonica; rime ossitone (“tu” “tiramisù” “laggiù”; ma si noti la collocazione stessa di “tiramisù” in clausola, a simulare anche graficamente un’impennata, e di “laggiù” in discesa, ad apertura verso), rimalmezzo (“salivari/Ferrari”, “spaventa/inargenta”), rime interne e difficili (“mannequin/Cardin”), rime ipermetre (“perforandolo”/”sommando”: quivi l’enclisi del pronome atono /lo/ evita un cacofonico effetto scazonte-ipponatteo). Vi si aggiungano poi i riferimenti dotti, seppure per controcanto (Verga e il rapagnettiano Vate – con tanto di maiuscola - di cui al “pineto scalcinato” e alla “pioggia acida” che “sfrigola sulle foglie”). Last but non least la struttura stessa del testo a mo’ di ring composition (“Orgosolo”/ “nuraghe”) che “ricompatta” le coordinate spazio-temporali, messe in subbuglio per effetto di quel bacio. Difatti, quanto allo spazio, il componimento trova la sua ambientazione topografica in Sardinia che – è bene ricordare - è sia dicitura latina che inglese, come nondimeno suggerisce l’accostamento con l’avverbio forever, ma qui – chi può dirlo? - ha un che, tuttavia, di comico (= sardina!). Quanto al tempo, ne è indicatore l’unità metrica dell’ultimo verso che, sebbene non endecasillabo come il v. 1., è comunque meno estensivo dei vv. centrali. Un tributo, infine, di là del tono parodico, alla nostra (e dei nostri Padri) tradizione (non è risparmiato il poeta di Venosa e, “per abiogenesi”, Zanzotto!). Poesia, indubbiamente, originale ed anzi – direi - connaturale al modus operandi del poeta … e ciò non sorprende, se si pensa che il nome stesso Leopoldo significa etimologicamente – dal germanico - “colui che si distingue!” d.s.)
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viola
- 06/12/2011 18:50:00
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sarà stata mica una "accabadora" questa Bastianedda? un inno e un omaggio alla grande madre, con la serissima ironia e la concretezza surreale tipiche della tua poesia Leopoldo, un abbraccio, Viola
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Fiammetta
- 05/12/2011 10:01:00
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Preziosissima come i calici di cristallo che non ho mai osato mettere in tavola. Grazie, maestro!
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sbaroni
- 05/12/2011 10:01:00
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caro Leopoldo, che dire di nuovo se tu sei il ricercatore sagace di sempre, lesperto giardiniere della semiotica, lacrobata che da anni mi appassiona per quanta abilità tu abbia nel condurre su ununico filo tanta poetica ironia,tanta critica sociale,tanto pudore per la malinconia. fratelli in Vito, un abbraccio, silvana
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claudio fiorentini
- 04/12/2011 18:05:00
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Ma santiddio! Appena la malinconia fa capolino, ecco lattolicesimo che la prende per il bavero e la scaccia, non senza prima averla scossa ben bene, e averle detto: ma che ci vieni a fare, se la vita è un appuntamento sulle labbra... ma non con te!
Attolicamente parlando... saluto con rispetto e devozione, da un Attolico convinto!
Claudio
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Lorena Turri
- 02/12/2011 22:06:00
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Questa poesia è uno spettacolo da vedere e rivedere e rivedere ancora...
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leopoldo attolico
- 01/12/2011 22:56:00
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Un pensiero grato anche da parte di Bastianedda , che è andata un po troppo presto a stare in un Altro posto , ma che è presente nelle mie parole e nelle vostre .
Grazie ancora . leopoldo -
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Letizia Leone
- 01/12/2011 18:19:00
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Caro Leopoldo, leggo e rileggo questa tua poesia che si apre con questo verso, questa promessa potente, oserei dire, che alla fine non tradisce nessuna aspettativa!"Diamoci appuntamento sulle labbra", concordo nel definirlo un verso (incipitario) inimitabile e, si, avrei voluto scriverlo anchio... La poesia è una perfetta sintesi di sensulalità ed ironia, dove leros si avvita tra freddure e scherzi semiotici per culminare in un Amore che ormai vive in modo sublime, senza più equivoci...Torno a rileggerla, un caro abbraccio e grazie.
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Gianfranco Isetta
- 01/12/2011 13:25:00
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Ah! come avrei voluto pensarlo io questo verso: "Diamoci appuntamento sulle labbra!" e poi tutto si apre a un bacio che ti prende il corpo, carne e ossa e il cuore in un splendida (e tua frequente) cascata di parole, vorticanti in gioco che ci avvolge sino a togliere il respiro nel seguire quei versi, tutto dun fiato, come il voluto ritmo impone sulle immagini che corrono e risuonano anche sul tempo per regalarci infine " un silenzio ... più forte" che commuove. Grazie Leopoldo!
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alfredo tamisari
- 30/11/2011 17:34:00
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Uninvocazione gioiosa e commovente allamore. Un amore che scoppia di sensualità, ma che si fa anche sogno di incanti, di impazienze, di frenesie, di visioni, fino a sfidare l morte. Uno splendido spartito rossiniano. Alfredo Tamisari
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pietro menditto
- 30/11/2011 08:16:00
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Lussureggiante cavalcata damore nellamore.
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Loredana Savelli
- 29/11/2011 21:21:00
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Un sorriso compiaciuto accompagna la lettura di questa poesia perché giustifica il senno perduto per amore, poi ritrovato nella sapienza con cui è descritta Bastianedda, ruspante e furba da tenerci tutti in pugno.
Grandissima sagacia, complimente Leopoldo. Un saluto.
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Meth Sambiase
- 29/11/2011 20:18:00
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è poesia scenografica: la congiunzione delle parole (in)segue il flusso del verso materializzandolo. E parlare damore con parole nuove è arte difficile assai!
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Maria Musik
- 29/11/2011 20:02:00
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Te lavevo sentita declamare, così... a memoria, senza un inciampo... era bellissima ed è bellissima. Scusa la banalità ma, se non lo scrivo, scoppio: come vorrei che un uomo mi avesse chiamata "mia cavalletta"!
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